Sanità, quanto costa farsi curare altrove?
Quanto costa farsi curare fuori Regione? E’ polemica sui dati presentati dall’assessore alla sanità Antonio Saitta, ma sulla sua lettura scoppia la polemica politica. Oltre 90 milioni attacca Vignale. Nega Saitta. Per intanto Moncalieri paga un dazio milionario rispetto alle altre Asl a causa della chiusura del blocco operatorio che ormai perdura da due anni e mezzo. Una situazione incomprensibile per un ospedale che dovrebbe essere alle battute finali. Entro febbraio le nuove sale dovrebbero essere messe a disposizione dei chirurghi e quindi dei cittadini che necessitano di interventi, di urgenza come programmabile.
Ma torniamo alla polemica politica. Gian luca Vignale, Presidente del Movimento nazionale in Consiglio regionale, attacca il bilancio 2018 della sanità piemontese da cui derivano un “aumento delle liste d’attesa, delle barelle nei Pronto soccorso e della mobilità passiva. Il bilancio del 2018, inoltre, evidenzia come vi sarà una spesa per mobilità passiva di 298 milioni rispetto ai 202 milioni di euro di mobilità attiva. 96 milioni spesi per pagare le prestazioni di piemontesi che si fanno curare con la valigia in altre regioni, continua Vignale”. Insomma, denuncia Vignale, chiudere ospedali e reparti, ridurre le prestazioni sanitarie ha portato al risultato paradossale di peggiorare il diritto alla cura dei piemontesi senza risparmiare neppure un euro.
Una lettura contestata dall’assessore alla sanità Saitta. “I 96 milioni di euro a cui fa riferimento il consigliere Vignale non sono assolutamente il saldo della mobilità interregionale prevista per il 2018. La mobilità passiva stimata attualmente per il 2018 contiene infatti al suo interno anche i conguagli della mobilità passiva degli anni 2013 e 2014. Il consigliere, essendo stato anche assessore regionale, dovrebbe poi ben sapere che il dato di previsione del 2018 si riferisce alla produzione sanitaria del 2016, che non è stata ancora stimata, perché è in corso la verifica dei dati fra tutte le regioni interessate. La cifra inoltre non tiene ancora conto dell’accordo che si stipulerà tra le regioni per ridurre la mobilità passiva sulle prestazioni a bassa complessità, esattamente come già avvenuto lo scorso anno”.
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