Tragedia di Condove: De Giulio scrive alla famiglia di Elisa
MONCALIERI – Maurizio De Giulio, l’artigiano nichelinese accusato di omicidio nell’ambito della tragedia di Condove, quella avvenuta il 9 luglio 2017 e in cui perse la vita la 27enne moncalierese Elisa Ferrero, ha scritto alla famiglia della vittima esprimendo il proprio rincrescimento per la vicenda. In poche righe ha voluto far sapere di essere dispiaciuto per l’immenso dolore che ha procurato, e che non era nelle sue intenzioni finire contro la moto che trasportava la loro figlia. Quel giorno di luglio lui era al volante di un van che piombò sulla motocicletta i cui Elisa viaggiava come passeggera con il fidanzato. In base ai rilievi effettuati dall’Arma il furgone arrivò in prossimità della rotatoria in cui avvenne lo scontro a non meno di 130 chilometri orari e sull’asfalto non vennero trovate tracce di frenata. Una condizione che, almeno agli occhi degli inquirenti, rende difficile credere che non sia finito sulla due ruote di proposito, infatti la procura sostiene che lo schianto altro non fu che il tragico epilogo di un inseguimento partito qualche chilometro prima e nato da un diverbio stradale. Comunque nella lettera il nichelinese si dice pentito, spiegando che se avesse immaginato una disgrazia del genere non avrebbe inseguito la moto. Scrive anche di comprendere il fatto che la famiglia di Elisa non potrà mai perdonarlo, tuttavia sostiene fermamente che non intendeva fare del male a nessuno; voleva solamente leggere la targa della moto perché il conducente le aveva urtato lo specchietto. Ma un passo della lettera è particolarmente significativo: quello in cui l’artigiano dice avrebbe preferito morire lui piuttosto che portarsi un simile peso sulla coscienza.
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