Scatta il piano anti nutria. Servirà a ridurre la proliferazione, ma senza eliminare gli animali
Ci sono troppe nutrie nei corsi d’acqua del torinese. Così, scatta il piano pilota di contenimento del topone studiato dalla Città Metropolitana con il garante per i diritti animali Enrico Moriconi insieme al Centro animali non convenzionali di Torino (Canc).
Sarà però, si badi bene, un’operazione incruenta, cioè volta a preservare la vita dell’animale. Il protocollo stabilisce infatti che la cattura avvenga utilizzando gabbie-trappola dei roditori, l’anestetizzando la bestia e sottoponendola a un intervento di sterilizzazione, per impedire la capacità riproduttiva. Ed evitando, in questo modo, di sopprimere l’animale.
Le azioni di contenimento sono già iniziate nell’ambito dell’area dei fiumi di Torino: “la prima nutria è stata catturata sui bordi dei laghetti della Falchera – spiegano dalla Città Metropolitana – ed è stato il primo animale che sia uscito vivo da una gabbia che solitamente viene usata per la cattura e la successiva soppressione”.
“La prima nutria catturata – spiega Moriconi – ha dimostrato che il piano risponde alle finalità per cui è stato ideato e non procura danni agli animali, per cui a settembre inizieranno le operazione su scala più ampia”.
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