All’Aperilibro del Gruppo di lettura di Carmagnola: 44 gatti in noir in fila per 304 pagine
CARMAGNOLA – È trascorso mezzo secolo, ed anche qualche giorno in più, da quando allo Zecchino d’Oro misero in fila per sei 44 gatti (con il resto di due). Carlo Frilli, invece, i 44 gatti li mette in fila sulle 304 pagine di questa antologia in cui 49 autori propongono i loro racconti rigorosamente noir, come i gatti neri, che porteranno anche sfortuna, secondo stupide superstizioni, ma hanno fascino da vendere, pari solo a quello delle pantere nere di cui sono gli emuli in sedicesimo. Ma i gatti sono animali molto particolari. Morbidi, flessuosi, indipendenti, testardi, con unghie affilate. E hanno le loro regole, da cui non transigono di un millimetro. Insomma, sono l’unica razza animale che è riuscita ad addomesticare la razza umana. E per questo sono tanto amati.
E così l’editore genovese ha pensato di dedicare un’antologia al proprio padre, Marco Frilli, fondatore dell’omonima casa proponendo agli autori che vi compaiono regole molto precise. In ogni racconto deve essere presente un gatto, che deve in qualche modo relazionarsi con Marco Frilli, il tutto contenuto in poche migliaia di battute, dentro le quali il racconto deve nascere, svilupparsi e concludersi con la soluzione.
Mica facile.
Una vera sfida, che però ha intrigato decine di amanti del racconto noir, al punto che quella presentata dal Gruppo di Lettura di Carmagnola giovedì 31 gennaio alla Trattoria della Vigna è la seconda edizione del volume che ha riscosso un meritato successo e di cui c’è in preparazione una terza edizione, sempre con racconti nuovi. Per ovvie ragioni di spazio e tempo non tutti gli autori si sono presentati all’incontro con i lettori carmagnolesi, ma Ivano Barbiero, Fabrizio Borgio e il carmagnolese Domenico Ippolito hanno ben rappresentato i loro colleghi, presentando un esauriente spaccato di come è nata questa antologia e quali ostacoli hanno dovuto superare per redigere il loro racconto.
Prossimo Aperilibro: Stefano Piedimonte “L’uomo senza profilo”
«Quello che so è che mi chiamo Piedimonte. Di più, non posso garantire.» Stefano Piedimonte, scrittore napoletano trapiantato a Milano tra molto alterne fortune, si è ridotto così, steso sul letto nel suo monolocale di periferia, a dubitare del proprio passato, del proprio presente e della propria stessa identità, in compagnia di un cucciolo di bassotto forse immaginario.
Giovedì 28 febbraio 2019, ore 19.30 – Trattoria della Vigna, Carmagnola tel. 392 59.38.504
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