ASL – Torna “Passi”, la sorveglianza telefonica per comprendere lo stato delle persone
Quando una persona ha un problema di salute e si rivolge ai servizi ospedalieri, ambulatoriali e d’urgenza del sistema sanitario regionale, il suo passaggio è registrato attraverso i flussi informativi aziendali e regionali e, in forma anonima, diventa uno strumento utile ai decisori amministrativi e politici per capire com’è la situazione sanitaria del territorio e cosa può essere più utile per migliorarla.
In realtà, molte situazioni rimangono “silenziose”. Tante persone, per propria scelta, accedono il meno possibile al servizio sanitario e molte altre stanno bene o ritengono di potersela cavare da soli.
Insomma, possiamo sapere molto sui grandi eventi sanitari grazie ai sistemi di registrazione resi anonimi, ma quasi nulla sul benessere/malessere che caratterizza il nostro tempo, che si lega alla situazione socioeconomica dei singoli e che influenza potentemente gli stili di vita e il rischio di danni alla salute.
Per capire meglio la situazione delle persone, i rischi che corrono, la loro percezione della vita e della propria salute esiste un solo modo: chiedere direttamente agli interessati.
PASSI, costruita sul modello delle grandi sorveglianze europee e a complemento delle indagini ISTAT sulla salute, riesce ad ascoltare le persone nella loro vita quotidiana.
Si tratta di un sistema di chiamata telefonica con cui il personale sanitario, opportunamente formato, registra una serie di risposte del singolo utente, garantendo il totale anonimato secondo la normativa vigente. Una telefonata concordata con gli utenti, estratti con campionamento casuale dall’anagrafe degli assistiti, ci permette di capire come le persone percepiscano loro stesse e la situazione che le circonda.
In questo modo, sappiamo, ad esempio, che oltre due terzi degli intervistati (69%) definiscono come buono o molto buono il proprio stato di salute (Fonte: PASSI ASL TO5 2015-2018).
Il terzo che rimane manifesta una percezione non del tutto positiva o francamente negativa della propria salute. L’analisi mostra il legame che c’è fra le condizioni socioeconomiche e il livello d’istruzione, e il gradiente con cui, anche a livello locale, le condizioni generali di vita si correlano con la percezione di malessere e cattiva salute; rivela, inoltre, che quasi la metà degli intervistati (48%) nel triennio 2015-2018 ha dichiarato di avere qualche/molte difficoltà ad arrivare a fine mese con le risorse disponibili e il 35% di non essere andato oltre la scuola media inferiore.
Nonostante questo, se guardiamo alla situazione nazionale, Il Piemonte è comunque fra le Regioni “positive” (o almeno in linea con la media nazionale) per qualità percepita di vita in relazione alla salute e status socioeconomico degli intervistati.
Queste informazioni sono utili per capire cosa e com’è meglio programmare e fare, soprattutto nel campo della prevenzione e promozione della salute. La Regione Piemonte valuta, già da qualche anno, una parte del proprio operato e quello delle proprie aziende con le informazioni di PASSI.
Anche quest’anno l’Asl TO5 ha attivato il sistema di sorveglianza PASSI, per i residenti fra i 18 e i 69 anni, che, se estratti, sono informati con una lettera a firma del coordinatore aziendale (d.ssa Elena Gelormino – Dipartimento di Prevenzione) della imminente telefonata ad opera del personale sanitario. E’ chiesta la loro collaborazione, fondamentale per avere sempre un quadro preciso della situazione e orientare le scelte e il lavoro dell’Azienda.
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