CRONACA – La finanza scopre un altro traffico di mascherine irregolari
La società cinese certificava le mascherine illegalmente e la guardia di finanza ha scoperto tutto. Al termine di un’operazione mirata, i finanzieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria tre persone per frode in commercio. Le indagini sono nate alcuni giorni fa da un primo sequestro nei confronti di un’impresa di articoli sanitari con alcuni punti vendita siti nella Val di Susa.
Ed è proprio presso il commerciante che i Finanzieri, dopo alcuni approfondimenti, hanno appurato che le mascherine, acquistate in grosse quantità dalla Cina, erano sì certificate ma da una società cinese non autorizzata ad apporre i necessari sigilli di garanzia e addirittura inserita, assieme ad altre società, in una sorta di black-list che la bandiva dall’effettuare tali importanti procedure di garanzia. Le indagini hanno portato gli inquirenti a ricostruire l’intera filiera di approvvigionamento delle mascherine dalla Cina, introdotte in Piemonte da un importatore di origine cinese che con i dispostivi medici ha abitualmente poco a che fare. L’uomo, infatti, con numerosi punti vendita a Torino, Rivoli e Settimo di articoli floreali, piante e serre, nonché gestore di un Bar tabacchi commercializzava, di recente, anche dispositivi medici. Oltre 10.000 le mascherine sequestrate presso l’azienda; tutta la documentazione rinvenuta è ora al vaglio dei Finanzieri per appurare la veridicità e l’attendibilità delle certificazioni che hanno accompagnato i dispositivi di protezione sequestrati sino in Italia.
Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica torinese al fine di individuare eventuali altri lotti di mascherine sprovviste del marchio CE o introdotte in Italia attraverso certificazioni fasulle che non garantiscono i requisiti di sicurezza.
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