EX EMBRACO – La fine peggiore: dichiarata fallita Ventures
Il Tribunale di Torino ha decretato oggi il fallimento della Ventures Production ex Embraco di Riva di Chieri. Si conclude così la vicenda iniziata a marzo 2018 con il via libera del ministero dello Sviluppo economico al progetto di Ventures, newco italo-israeliana creata per rilevare lo stabilimento dismesso da Embraco, azienda all’epoca del gruppo Whirlpool che aveva deciso di delocalizzare la produzione.
Come denunciato in più occasioni dalle organizzazioni sindacali, il piano industriale di Ventures non è mai stato avviato. L’azienda avrebbe dovuto produrre robot per la pulizia di pannelli solari, bici elettriche, distributori di bevande e giocattoli. Nessuno di questi prodotti ha mai visto la luce, né alcuna linea produttiva è stata installata nello stabilimento.
La decisione di oggi, maturata dopo un’indagine della Procura di Torino e della Guardia di Finanza, azzera quanto fatto finora e mette a repentaglio gli ammortizzatori sociali per i 400 lavoratori, che avrebbero dovuto proseguire fino all’autunno. Le organizzazioni sindacali ricordano l’impegno e il senso di responsabilità dimostrati dai lavoratori in questi lunghi anni di incertezza, che hanno trasformato una vicenda locale in un “caso” europeo, e ribadiscono che i loro sforzi non possono essere vanificati.
Fim, Fiom, Uilm e Uglm chiedono un incontro urgente al Mise per trovare un percorso in grado di salvaguardare tutti i lavoratori.
Dichiarano Luigi Paone, segretario della Uilm di Torino, e Vito Benevento, della segreteria provinciale Uilm: “Si tratta di una decisione purtroppo attesa, perché da mesi era evidente che il piano industriale della Ventures ex Embraco non sarebbe mai decollato. È il capolinea di una reindustrializzazione partita con molte aspettative e finita nel peggiore dei modi. La preoccupazione maggiore ora è rivolta agli ammortizzatori sociali per i lavoratori, che oltre al danno del fallimento potrebbero subire anche la beffa di restare senza cassa integrazione. È urgente che il Mise convochi al più presto un tavolo per trovare una soluzione per le 400 famiglie coinvolte”.
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