Coldiretti: «Industria, tiene solo l’alimentare»
Tiene solo l’alimentare con una produzione che rimane praticamente stabile (-0,4%) rispetto allo scorso anno grazie all’impegno di 730mila aziende agricole e 70 mila industrie alimentari che non hanno mai smesso di lavorare per garantire le forniture di cibo e bevande agli italiani. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’andamento della produzione industriale a luglio che evidenzia un calo dell’8% rispetto allo scorso anno, con la tenuta del solo settore alimentare.
Con la pandemia – sottolinea la Coldiretti – la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di valore dimostrando una maggiore resistenza al drammatico impatto dell’emergenza Covid-19. Quella agroalimentare è una realtà allargata dai campi agli scaffali che garantisce – evidenzia la Coldiretti – 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende hanno continuato a produrre. Una filiera che ha registrato una continua crescita dell’export raggiungendo la cifra record di 44,6 miliardi di euro nel 2019, secondo l’analisi Coldiretti sui dati Istat. “L’emergenza globale provocata dal coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che l’Italia può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.
«In Piemonte, secondo dati Unioncamere Piemonte, fatta eccezione per il comparto alimentare, che ha mostrato una flessione più contenuta (-2,8%), tutti i principali comparti della manifattura regionale hanno evidenziato forti diminuzioni produttive rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente – osserva Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino -. Le più accentuate sono state quella delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-32,9%) e quella della meccanica, crollata dell’19,9%. Decisamente negativo anche il risultato dell’industria dei metalli (-18,8%) e delle industrie elettriche ed elettroniche (-18,5%). Non sono andati molto meglio il comparto del legno e del mobile (-16,3%), quello dei mezzi di trasporto, che ha registrato una contrazione della produzione dell’11,8% e quello della chimica/plastica (-11,4%). Focalizzando l’attenzione sui mezzi di trasporto, settore cardine della manifatturiera regionale, va evidenziato come il calo complessivo sia dovuto a un crollo della produzione di autovetture, pari al 74,6%, accompagnato da una contrazione a doppia cifra della componentistica autoveicolare (-24,2%). Per Torino e Asti la contrazione produttiva si è attestata al -14,2% mentre, grazie alla specializzazione alimentare, è lievemente più attenuata l’intensità del calo riscontrato a Cuneo (-13,3%) e Alessandria (-11,2%)».
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