REGIONE – Ecco le regole per riaprire i centri estivi
Definite dalla Giunta regionale del Piemonte le disposizioni per la riapertura in sicurezza dei centri estivi per bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni, unitamente al coinvolgimento delle Fattorie didattiche come risorsa per le attività estive e allo schema di accordo di gemellaggio per l’impiego degli operatori volontari del Servizio civile universale.
“Si tratta di un risultato molto importante – rileva l’assessore alle Politiche sociali con delega ai Bambini Chiara Caucino – ottenuto mediante il dialogo con tutti i soggetti coinvolti e che non ha visto nessuno escluso: dai Comuni al Tavolo degli oratori. Credo fortemente nel ruolo dei centri estivi, che se lo scorso anno hanno rappresentato il primo vero ritorno alla normalità per i nostri bambini dopo il lockdown, oggi consentiranno loro di recuperare integralmente la socialità tramite il gioco, il piacere di stare insieme e di condividere esperienze. Mi auguro quindi che il Governo possa trasferirci presto le risorse per poter partire in totale sicurezza, grazie ad un adeguato e fondamentale contributo finanziario”.
Lo scorso anno sono stati più di 650 i Comuni che hanno attivato almeno un centro estivo in Piemonte. Queste attività, oltre che dai Comuni, possono essere gestite da soggetti differenti quali oratori, cooperative sociali, fattorie didattiche.
Regole e sicurezza
Per quanto riguarda le sedi e la localizzazione deve essere possibile identificare una zona filtro per gli operatori e per gli utenti per il triage ed operazioni di vestizione/svestizione anche relativa all’utilizzo dei dispositivi di protezione).
La struttura deve essere dotata di idonea segnaletica e/o affissione di materiale informativo, possibilmente con pittogrammi affini all’utenza, rispetto alle indicazioni igienico comportamentali da tenere per contrastare la diffusione del Covid.
Ogni gestore, tenendo conto degli ambienti interni ed esterni e del numero di operatori di cui dispone, deve valutare la quantità di minori che è in grado di accogliere ogni giorno, considerando il rispetto del distanziamento fisico. Devono essere organizzati gruppi, con riferimento all’organizzazione di una pluralità di spazi diversi per lo svolgimento delle diverse attività in programma, prestando attenzione a non variarne la composizione, nonché ad evitare durante le attività possibili contatti tra gruppi diversi.
Andranno favorite il più possibile le attività all’aperto, tenendo conto di adeguate zone d’ombra, e l’organizzazione per turni dell’utilizzo degli spazi comuni in funzione della numerosità e delle dimensioni degli ambienti. Tutte le attività devono essere organizzate garantendo il necessario distanziamento sociale (con distanza interpersonale di almeno un metro) e senza lo scambio di oggetti.
Per potenziare la funzione educativa e sociale delle azioni che verranno sviluppate, sarà possibile prevedere momenti di collaborazione con soggetti, enti ed istituzioni che possano apportare contenuti specifici capaci di contribuire all’arricchimento dell’offerta a fini educativi, da svolgersi anche sul territorio. E’ ovviamente stata ribadita l’assoluta necessità di evitare assembramenti come le feste, comprese quelle periodiche con le famiglie.
Molto importanti le regole che riguardano i pasti: mense separate, dove possibile, e organizzazione su più turni. Massima attenzione per posate, piatti e bicchieri, che non dovranno essere condivisi. Sarà possibile la consumazione del pasto all’aperto, qualora gli spazi lo permettano, garantendo la distanza di sicurezza e rispettando la divisione dei gruppi.
Per quanto riguarda i criteri di accesso, particolare riguardo dovrà essere riservato alle famiglie in situazione di vulnerabilità o di fragilità conclamata ed a quelle in cui entrambi i genitori o tutti gli adulti di riferimento lavorano.
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