RALLY – L’indiscusso fascino del «Monte»
Il Monte-Carlo è sicuramente il re dei rally. Non solo perché ha come sede di arrivo e da alcuni decenni anche di partenza il Principato di Monaco, ma per il fascino che emana con i suoi 111 anni di storia, prima edizione nel 1911 e le sue novanta edizioni.
Il Monte Carlo è sicuramente il rally mondiale geograficamente più facile da raggiungere per gli spettatori piemontesi, soprattutto da quando il San Remo ha smesso la corona iridata, anche se, attraversate le Alpi, le prove speciali erano in quella zona di Francia a ridosso della Costa Azzurra dove le temperature invernali raggiungevano minime polari.
Anche se per noi italiani è ormai una chimera vedere uno dei nostri sul gradino più alto del podio (ultimo successo datata 1997 con Piero Liatti e Fabrizia Pons ad aprire l’era WRC) è sempre la gara cui ci si rivolge quando si vuole assaporare da spettatori il gusto del mondiale.
L’edizione 2022 è partita giovedì con le due proeve in notturna più classiche del Monte-Carlo con la pomeridiana Luceram/Lantosque e l’ancor più mitica La Bollene-Vesubie/Moulinet in notturna e il passaggio sul colle del Turini; sicuramente il punto di maggior significato della gara stessa e che negli anni d’oro si svolgeva nella magica notte finale, risolvendo spesso le classifiche prima del tuffo finale verso il palco arrivi a Monte-Carlo con il principe e la principessa di turno pronti a premiare il vincitore. Un palco che valeva la carriera.
Quest’anno il Monte-Carlo apre la scena alle vetture ibride che mutuano la loro tecnologia dalle vetture di Formula 1, unendo motore termico a motore elettrico, generando molte perplessità fra gli sportivi e gli addetti ai lavori. Ma dopo quanto si è visto in queste due prime giornate lo spettacolo c’è stato ed è stato all’altezza delle edizioni precedenti, forse ancor di più.
Le ultime due giornate del Monte-Carlo si sviluppano con cinque prove nella giornata di sabato: un passaggio sulla prova Le Fugeret/Thorame-Haute di 16,80 km (ore 8.17) e doppio giro sulla Saint Jeannet/Malijai di 17,40 km (ore 10.08 e 14.08) e Saint-Geniez/Toard di 20,29 km (ore 11.16), mentre domenica prima del gran finale doppio passaggio sulle prove La Penne/Collongues di 19,37 km (ore 8.45 e 10.53) e Brianconnet/Entrevaux di 14,26 km (ore 10.08 e 12.18) prima della chiusura finale a Monte-Carlo alle ore 15.00.
Non sarà il Monte-Carlo dei tempi delle Stratos e della Delta HF Integrale, ma una gita in Costa Azzurra vale la pena vederle, anche se sfidarsi sono vetture nippo-coreane e sembra che i francesi con Loeb e Ogier, non hanno alcuna intenzione di mollare lo scettro di principi di Monte-Carlo.
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