Colpo gobbo di Gobbin al Monte-Carlo
La fortuna aiuta gli audaci. E le persone costanti, non c’è dubbio.
Prendiamo ad esempio la prestazione di Roberto Gobbin al Monte-Carlo. Unendo spirito patriottico (scegliere una vettura italiana) a un pizzico di follia (320 cavalli scaricati solo sulle ruote posteriori) il pinerolese si è presentato per la prima volta in vita sua al Rallye Monte-Carlo. Affiancato dall’esperto navigatore Fabio Grimaldi, Gobbin aveva l’inconfessato desiderio di terminare fra i primi cinquanta della classifica assoluta che avrebbero potuto festeggiare sulla pedana della cittadina monegasca, risultato non facile considerando la pletora di top car a quattro ruote motrici, con cavalleria ancora superiore. E poi il “Monte” è la gara della roulette (non per nulla si parte davanti al Casino) che getta i numeri a sorte prima di buttare gli equipaggi fuoristrada e fuori dalla classifica.
Ma Gobbin-Grimaldi no. La loro gara l’hanno fatta tenendosi dalla parte della ragione, facendo scelte conservative quando il rischio di finire in mezzo alla boscaglia era alto, ma continuando a spingere a fondo (in una prova i due piemontesi hanno toccato i 190 km/h in discesa, e stiamo parlando di una stradina di montagna), perché anche gli altri in classifica volevano essere fra i magnifici cinquanta che avrebbero disputato l’ultima tappa. E ci sono riusciti, anche se fino all’ultimo sono stati fra color che sono sospesi.
“Al termine della terza tappa eravamo 51esimi assoluti e ciò ci avrebbe assolutamente esclusi dall’ultima tappa e dalla passerella finale a Montecarlo. Come sempre quando si è a un passo dalla realizzazione di un sogno (Gobbin era a soli 18” dalla fatidica 50esima piazza) si fa fatica a crederci” afferma oggi il pinerolese con un sorriso che non aveva certo sabato scorso. Gobbin e Grimaldi hanno fatto e rifatto i conti per l’ennesima volta cercando l’errore che non c’era.
Ormai rassegnati a prendere armi e bagagli per tornarsene al di qua delle Alpi, quando è arrivata la comunicazione che, grazie al ritiro di Ott Tanak, campione del mondo 2019, i due piemontesi sarebbero stati della partita.
E così, domenica, l’equipaggio piemontese è partito per il gran finale, con attenzione, ma spingendo ancora sull’acceleratore (in tre delle quattro prove è stato il più veloce dei concorrenti con la 124 Abarth Rally) arrivando in riva al mare e salendo sulla pedana di arrivo.
“E sì, lo confesso, una lacrimuccia di emozione è sgorgata appena abbiamo tagliato il traguardo”. Comprensibilissimo. Tutti quando realizziamo un sogno ci lasciamo andare all’emozione, che è pur sempre il sale della vita.
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