POIRINO – Rifiuti pericolosi trasformati in materia prima da rivendere: otto indagati
Tramutare vecchi pezzi d’auto in rifiuti non pericolosi che potevano essere nuovamente immessi nel mercato come residui ferrosi, quindi pronti per andare in fonderia e diventare qualcosa d’altro. Una forma di riciclo che andava ben oltre i limiti del consentito venuta alla luce a seguito delle indagini, avviate nell’estate del 2021, dai carabinieri della stazione di Poirino e dai loro colleghi del nucleo investigativo forestale, in questo specifico caso tutti coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia. Un’inchiesta che ha scoperto anche un altro pesante illecito, ovvero l’interramento di rifiuti prodotti dall’attività di autodemolizione in campi collocati fra le province di Cuneo e Torino: una situazione che ha raccolto elementi probatori sufficienti per far finire nei guai con la legge ben otto persone, alle quali è stato contestato il reato di attività organizzata per il traffico dei rifiuti. In pratica, secondo gli investigatori dell’Arma gli indagati avevano creato un sistema ingegnoso quanto fraudolento per demolire autovetture non bonificate, declassificando poi i prodotti di risulta, i quali invece vengono considerati dalla legge alla stregua di «rifiuti speciali».
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