Il Sindaco Montagna, il 25 Aprile e l’antifascismo
Si è svolta in piazza Vittorio Emanuele questa mattina la celebrazione del 25 Aprile, in cui il sindaco Paolo Montagna ha ripreso le polemiche di questi giorni, lodato ed applaudito il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e legato indissolutamente la festa della Liberazione all’antifascismo.
Questo il suo discorso:
Care concittadine, Cari concittadini,
autorità religiose, militari, civili,
celebriamo oggi il 78° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo.
Ricordiamo il tributo generoso di donne e di uomini della Resistenza che col sangue e con il coraggio regalarono pace e libertà all’Italia e alle generazioni future.
Vi confesso che ogni anno che passa sento dentro di me la necessità di fare uno sforzo in più per fare memoria e fare impegno. Perché con il tempo che scorre, sono sempre di meno i protagonisti della Resistenza, i nostri partigiani, a poter raccontare in prima persona ciò che accadde.
Se come diceva Calamandrei, la libertà è come l’aria, che ci si accorge di quanto vale solo quando inizia a mancare, noi che abbiamo avuto la fortuna di nascere liberi abbiamo il compito di non dimenticare mai che c’è stato un momento nella storia della nostra Italia nel quale la libertà era calpestata, e insieme a essa tutti i diritti.
Ecco perché siamo orgogliosi di aver creato una iniziativa che ci consente di adempiere al nostro compito di testimonianza e impegno: si chiama Aspettando il 25 aprile e coinvolge gli studenti delle nostre scuole, dopo ne parleremo.
Quanta distanza tra i volti dei nostri bambini e ragazzi, i loro occhi, la loro capacità di comprendere e di emozionarsi, di raccontare e di confrontarsi, con lo spettacolo indecoroso a cui abbiamo assistito non solo nei giorni scorsi, ma nelle scorse settimane.
Perchè non vi sarà sfuggito, ci avviciniamo a questa data in un clima di polemiche, di divisioni. Un clima indegno per la nostra storia e preoccupante per il nostro futuro.
Ecco perché è bene. in una giornata come questa, ricordare e rinnovare l’impegno.
Oggi festeggiamo l’Italia Libera, rendiamo onore al sacrificio di donne e di uomini che scelsero di ribellarsi all’invasore. Erano semplicemente Italiani, certo, ma erano soprattutto Italiani antifascisti. Perché non possiamo dimenticare che ci furono italiani che invece scelsero l’invasore e che si misero a sua disposizione.
Lo ha spiegato bene Vittorio Foa, un gigante della nostra storia, tra i padri fondatori della Repubblica. Lui che la sua gioventù l’ha trascorsa nelle carceri fasciste. Racconta un giorno di una trasmissione televisiva, siamo già almeno negli anni 60, in cui dibatte col senatore Giorgio Pisanò, che in gioventù aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana. “Il senatore faceva dei grandi discorsi di pacificazione – racconta Foa – Diceva che in fondo eravamo tutti patrioti, che ognuno di noi aveva la patria nel suo cuor e via così…”
Foa lo interruppe: “Un momento. Se si parla di morti, va bene. I morti sono morti: rispettiamoli tutti. Ma se si parla di quando erano vivi, erano diversi. Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore”.
Ecco. Questa è la differenza tra fascismo e antifascismo. Tra la dittatura che per 20 anni ci ha tolto la libertà e la democrazia che affonda le sue radici nelle parole e nei valori della nostra Costituzione nata dalla Resistenza. I morti vanno rispettati, ma quando erano vivi c’era chi era dalla parte sbagliata e chi era dalla parte giusta.
Per questo, quando parliamo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, non possiamo sostenere come è stato fatto che quelle 335 persone morirono perché italiane. Furono uccisi uomini e donne perché antifascisti, resistenti, ebrei e nell’Italia di quegli anni non era la stessa cosa. E neppure, come abbiamo visto in qualche manifesto istituzionale, non si può parlare genericamente di 25 aprile come la giornata contro le ideologie totalitarie.
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Non possono esserci distinzioni, allusioni, distinguo. È necessario rispettare la verità!
Guardate, mettere in discussione una giornata come quella di oggi non è soltanto riscrivere la storia. Significa mettere in discussione le fondamenta della nostra Italia, della nostra Repubblica. La Costituzione è antifascista, perché è fondata sui quei diritti che il fascismo aveva cancellato.
Per essere davvero costruttori di futuro dobbiamo partire proprio dai diritti che ci sono nella Costituzione. Ecco perché oggi non c’è spazio per le divisioni, oggi è la festa di tutti gli italiani. Abbiamo illuminato i nostri simboli, il Castello e Porta Navina, con il Tricolore, la bandiera del popolo italiano. E lo dico come quel manifesto di Arci, strappato nei giorni scorsi da chi evidentemente sente che ci sia spazio disponibile all’oltraggio. Il 25 aprile è divisivo, solo se sei fascista!
Di fronte a tutto questo assume ancora più importanza la scelta del nostro Presidente della Repubblica, che oggi sarà in Piemonte, nei luoghi simbolo della Resistenza. Sergio Mattarella, ci ha ricordato, che il “Il 25 aprile rappresenta uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale; è patrimonio di tutta l’Italia, è la ricorrenza in cui si celebrano valori condivisi dall’intero Paese”
W Moncalieri, W la Liberazione, W il 25 Aprile!
Il Sindaco Paolo Montagna
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