CARMAGNOLA – Addio deposito nucleare: il Ministero cancella l’opzione Casanova
Nessun deposito di scorie nucleari a Carmagnola. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), che individua le zone dove realizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività. Il sito di Carmagnola è stato ufficialmente cancellato. La Carta e’ stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin). “Nel nuovo elenco dei siti adatti ad ospitare depositi di scorie nucleari, pubblicato oggi sul ufficiale del Ministero dell’ambiente, Carmagnola è esclusa dall’elenco delle aree idonee. Una vittoria per tutto il territorio” a dichiararlo sono l’assessore regionale alla Semplificazione Maurizio Marrone e il vicesindaco di Carmagnola Alessandro Cammarata, primi insieme alla parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli a schierarsi contro l’ipotesi di un deposito nell’area sud della provincia di Torino. “Fin dall’inizio – proseguono Marrone e Cammarata -, ci eravamo opposti all’inserimento del sito di Carmagnola senza un’adeguata consultazione dei territori interessati, denunciando come l’area fosse inadatta ad ospitare un deposito di questo tipo. I lunghi mesi di approfondimenti con gli uffici regionali e comunali del territorio hanno soltanto confermato queste perplessità, ora accolte anche da Roma. La scomparsa dell’area di Carmagnola, ma anche quella di Caluso-Mazzè-Rondissone, è una vittoria di tutti i cittadini, a dimostrazione che decisioni così importanti non possono essere calate sulla testa dei territori senza che vi sia stato prima un confronto serio”.
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