NICHELINO – Non perseguitavano la loro vicina: assolti
All’epoca il loro caso fece scalpore. Marito e moglie, entrambi ingegneri di professioni, nei giorni scorsi sono stati assolti dall’accusa di stalking, quella in cui li aveva trascinati la vicina di casa, secondo la quale la coppia aveva attuato dei veri e propri sabotaggi al suo appartamento perché esasperati dal baccano prodotto dal suo figliolo in tenera età. Secondo il giudice il fatto non sussiste, quindi di fatto questa storia che si era ampiamente guadagnata gli onori della cronaca finisce qui. Quando il processo era iniziato però avevano ottenuto l’appellativo di «vicini cattivi», quello che gli aveva affibbiato il figlio della accusante. Del resto la donna li aveva accusati di aver attuato per almeno tre anni dei veri e propri sabotaggi ai danni del suo appartamento, quello confinante di fatto visto che i due nuclei familiari occupavano una villetta bifamiliare, a Nichelino. L’elenco comprendeva cavi della rete internet e allacci del gas tagliati, un muro di cinta costruito per inglobare i suoi contatori di gas e luce, telecamere installate per riprenderne i movimenti. Ma anche cartacce e rifiuti lanciati nel suo giardino, colpi al muro quando il bambino faceva troppo rumore, una scala di metallo continuamente rovesciata a calci nella parte di garage in uso alla donna. Ciliegina sulla torta, almeno secondo la versione della donna, una testa di gallina trovata nella buca delle lettere (non inclusa nel capo d’imputazione, ndr). Tutto non veritiero per il giudice Paolo Gallo, il quale ritiene che la persona offesa non era «affatto la vittima dell’unilaterale arroganza dei vicini», scrive nelle motivazioni. Anzi, sembra addirittura che fosse «impegnata con loro in una lotta ad armi pari a chi l’avrebbe avuta vinta sull’altro».
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