CINTURA – Stalle in allarme per l’aumento della temperatura
Stalle in allarme per il rialzo delle temperature anche nel Torinese. Le mucche, come tutti gli animali a pelo, patiscono il caldo e il loro benessere in questo momento delicato deve essere monitorato attentamente.
In pianura le stalle devono fare i conti con le ondate di calore. Per questo, molte aziende si stanno dotando di sistemi per rinfrescare il corpo delle mucche.
Intanto, gli animali stazionano ormai quasi dappertutto in stalle aperte su tutti i lati progettate per una buona circolazione d’aria
«Nelle stalle torinesi e piemontesi – spiega Silvano Basano presidente della Sezione Associazione allevatori di Torino – sono attivi sistemi di ventilazione che creano vortici d’aria che abbassano la temperatura. Le ventole si attivano automaticamente quando la temperatura raggiunge i 20 gradi. Più fa caldo e più aumentano la velocità. Le ventole sono poste sia sopra le mangiatoie che sulle cuccette asciutte e girano per creare una ventilazione che va dai 5 agli 8 Km/h. Non devono esserci zone di ristagno d’aria per evitare che i capi si ammassino. Ogni mucca deve avere il suo posto per mangiare e il suo posto asciutto su paglia di larghezza adeguata per sdraiarsi, ruminare e dormire».
Inoltre, gli animali hanno a disposizione vere e proprie docce o apparati di nebulizzazione a tempo che spruzzano acqua fresca. Queste doccette si attivano seguendo un coefficiente di umidità e temperatura, detto THI, che determina sia l’intervallo di accensione (di solito ogni 10-15 minuti), sia la durata del getto. Quando cessano queste doccette si attivano automaticamente gli asciugatori ad aria fresca che hanno lo scopo di non lasciare bagnato il pelo delle mucche.
Gli abbeveratoi devono essere sempre riforniti di acqua a temperatura fresca ma non troppo per non generare shock termici, e devono essere distribuiti nella stalla secondo uno schema ben preciso.
Un altro accorgimento tipicamente estivo è la riduzione dei tempi di intervallo del passaggio dei raschiatori dei liquami, le benne che, appunto, raschiano il pavimento della stalla spostando i liquami e il letame nei condotti dove questi vengono portati nelle vasche di stoccaggio. Gli animali non devono stare con gli zoccoli nell’umido per non favorire l’insorgenza di infezioni agli zoccoli.
«Pochi sanno che ormai i nostri allevamenti sono sempre più orientati al benessere animale – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – L’allevatore ha sempre voluto il meglio per le proprie mucche ma oggi viene in aiuto la tecnologia, l’unica via per convivere con il cambiamento climatico. Se gli animali stanno bene anche la produzione di latte e carne non subisce dei drastici cali con il rischio di fare mancare alimenti dal grande contenuto proteico di cui oggi c’è scarsità sui mercati europei. Insomma il benessere animale è un fatto di civiltà e professionalità ma è anche un tema economico cruciale».
Ma per le aziende investire in benessere animale significa indebitarsi per cifre considerevoli. Basti pensare che per una stalla da 100 mucche solo l’impianto di ventilazione può arrivare a costare 50mila euro.
«La Regione ha messo a disposizione, tra il 2023 e il 2024, 45 milioni di euro di fondi europei per il “miglioramento” delle stalle. Ma l’obiettivo del benessere animale deve essere raggiunto in tempi rapidissimi. Per fare fronte al cambiamento climatico occorre aumentare i sostegni. La politica deve ormai comprendere che si tratta di una vera e propria scelta strategica esattamente come quella di incentivare l’utilizzo degli effluenti prodotti dagli animali per produrre biometano ed energia rinnovabile».