WELFARE – L’Inps ridefinisce i criteri di accesso al bonus nido: è polemica
Il 20 marzo 2025 l’INPS ha pubblicato una circolare che ridefinisce i criteri di accesso al bonus nido. Da quest’anno il contributo potrà essere richiesto esclusivamente per i servizi per l’infanzia tradizionali (nidi pubblici o privati autorizzati) escludendo di fatto tutte le strutture integrative: baby parking, nidi in famiglia e servizi educativi flessibili, seppur regolarmente accreditati.
“Si tratta di realtà che rappresentano l’unica possibilità concreta per molte famiglie residenti in piccoli comuni, sprovvisti di servizi pubblici, o anche in presenza di bambini immunodepressi o con fragilità, che trovano in queste strutture ambienti più tutelanti e personalizzati – Spiega Daniele VAlle, consigliere regionale Pd -, Negli scorsi anni, le famiglie che frequentavano baby parking e servizi analoghi caricavano regolarmente le ricevute e ricevevano i rimborsi INPS per il bonus nido. Quest’anno, fino ad aprile, le domande sono state accolte senza problemi, ma poi tutto è cambiato: molti genitori hanno visto sospendere le proprie domande di bonus sul sito INPS, con la dicitura “in lavorazione”, a causa della nuova circolare del 20 marzo. Nel frattempo, l’iscrizione dei bambini in queste strutture è ancora attiva, almeno fino all’estate. La prospettiva per settembre, però, è drammatica: famiglie lasciate nell’incertezza, senza sapere se potranno continuare ad accedere a servizi essenziali. Il costo dei baby parking arriva fino a 500 euro al mese, spesa che molte famiglie non possono permettersi senza il contributo pubblico. Le conseguenze sono subito evidenti, perché in questo modo le madri sono spesso costrette a lasciare il lavoro per restare a casa con i figli, fino all’ingresso alla scuola dell’infanzia. Queste strutture integrative rischiano di chiudere, portando alla perdita di posti di lavoro e all’indebolimento del tessuto educativo locale. I posti nei nidi autorizzati non sono sufficienti per assorbire tutti i bambini esclusi: la domanda supera l’offerta, e la pressione si riversa sui bilanci familiari”.