Nik Spatari, l’arte (e gli uomini) che salvano i territori - Applausi per l’incontro con Caterina Malfarà Sacchini a Carmagnola
Un incontro intimo e ricco quello condotto da Caterina Malfarà Sacchini a Carmagnola l’ultimo sabato di giugno e moderato da Gianluca Mandarano in una Sala Monviso gremita per il momento organizzato dall’associazione Santonofresi e Calabresi nel mondo. Tema, le bellezze della Calabria, e in particolare l’opera di un artista contemporaneo, Nik Spatari, che ha svelato con le mani e con la fantasia i tesori della sua terra.
Raccontando le pagine del suo libro “L’arte che salva… uomini e territori. Il caso di Nik Spatari”, Caterina Malfarà ha parlato del MUSABA, il Museo di Santa Barbara, antico monastero dimenticato ai margini di Mammola riscoperto da Nik Spatari e reso un laboratorio vivo di arte, con visitatori provenienti da ogni dove.
Non è stata un’impresa semplice, anche perché Nik – vissuto tra il 1929 e il 2020 – aveva perso l’udito a 11 anni, ha studiato arte da autodidatta. Eppure. Eppure è diventato pittore, scultore e architetto. “Ha preso un deserto e lo ha trasformato in un parco museo territorio, un’oasi tra le più belle d’Italia, – ricorda Caterina Malfarà – con 70mila mq di laboratorio d’arte a cielo aperto, 3000 mq di mosaici e un centro di formazione. Per lui la disabilità e il pregiudizio della gente non sono stati un limite, ma un’opportunità. E dopo aver girato il mondo è tornato a Mammola come una forma di riscatto”.
Il libro, ha spiegato l’autrice, è stato concepito in brevissimo tempo: l’incredibile storia di Nik Spatari è servita ad allargare lo sguardo sulla cultura e l’arte della sua terra. “Smettiamola di pensare che in Calabria non ci sia niente di bello. – dice – Ci sono tesori immensi, non solo come territori ma come persone”. E aggiunge: “Il mio lavoro è amore incondizionato per la mia terra”.
Perché anche l’autrice, due lauree – in Lingue e letterature straniere moderne e in Beni culturali -, una docenza di ruolo e il titolo di guida turistica abilitata dalla Regione Calabria, è calabrese, di Sant’Onofrio. Di cui è anche priore dell’arciconfraternita del Santissimo Rosario.
“Sono emozionata. – confessa alla platea di santonofresi di Carmagnola – Mi sento a Sant’Onofrio questa sera, mi sento a casa, ed è una sensazione molto bella. Devo molto al mio paese, sono cresciuta lì e la mia vita e il mio cuore sono lì. E con voi oggi”.
Un momento di festa, proseguito in serata a Cascina Vigna, con il calore di una comunità che riscopre le proprie radici con un occhio nuovo, ma sempre colmo di calore umano. Davvero l’arte che salva uomini e territori.