Fallimento Auxilium: anche se Burlò è detenuto in Venezuela il pm chiede una condanna di 3 anni e 6 mesi
Anche se Mario Burlò sarebbe a tutti gli effetti detenuto in Venezuela il processo che lo vede imputato, a Torino, per le presunte indebite compensazioni fiscali legate alla ex squadra di basket Auxilium, il tribunale ha respinto l’eccezione di legittimo impedimento presentata dal suo avvocato Maurizio Basile, incentrata proprio sullo stato di detenzione dell’interessato nel carcere di Caracas, per giunta dallo scorso novembre. Un «impedimento» che di fatto gli rende impossibile a partecipare all’udienza nonché di collaborare alla propria difesa. Il pm Mario Bendoni però è andato avanti sulla sua strada, chiedendo per l’imprenditore una pena pari a tre anni e 6 mesi. Il tutto anche se il difensore di Burlò, a dimostrazione della propria tesi, in aula ha presentato una nota dell’11 aprile scorso siglata dal console italiano Iacopo Martino e una comunicazione, datata invece 28 maggio, indirizzata alle procure di Roma e Torino. Documentazione in forza della quale ha chiesto il rinvio dell’udienza, invocando il principio della «minorata difesa», secondo cui l’imputato non può esercitare pienamente i propri diritti difensivi. La giudice Costanza Goria ha però rigettato l’istanza, sostenendo che le prove fornite siano troppo generiche e prive di adeguata documentazione. In risposta l’avvocato dell’imprenditore ha riferito in merito a videochiamate in cui le autorità consolari non avrebbero escluso la detenzione, confermando però le buone condizioni di salute di Burlò.