Il parco fotovoltaico di RFI a Trofarello si ridimensiona
Da 80 a circa 12-15 ettari: si riduce di molto l’ipotesi di realizzare un parco fotovoltaico a Trofarello a opera di Rete Ferroviaria Italiana.
La notizia nei giorni scorsi dell’opera mastodontica in arrivo nella campagna attorno ai binari che tagliano in due il paese aveva causato forti preoccupazioni nei coltivatori e nell’amministrazione comunale guidata da Stefano Napoletano, con l’attestazione di solidarietà dal presidente del Consiglio regionale Davide Nicco.
Ieri giovedì 7 agosto l’incontro tanto atteso tra il Comune di Trofarello e RFI, con tanto di sopralluogo sull’area interessata, ha portato maggior chiarezza sull’argomento.
“L’amministrazione comunale, pur avendo ribadito nell’incontro che non condivide il principio per cui venga usato del suolo agricolo per la creazione di campi fotovoltaici, stante la qualificazione dell’intervento quale opera pubblica di interesse nazionale tutelata da normativa nazionale, ha offerto delle alternative e sta lavorando con i propri uffici per garantire la realizzabilità delle proposte”, spiegano il sindaco Napoletano e gli assessori Maurizio Tomeo e Giuseppe Scaglia che hanno preso parte al tavolo.
Sette le criticità affrontate.
- Fortissima riduzione dell’areale del futuro parco fotovoltaico. “Diversamente, – spiegano sindaco e assessori – si andrebbe ad occupare un quantitativo di suolo che snaturerebbe la vocazione agricola dell’area”. Precondizione accettata, sembra, da RFI, che avrebbe in mente di realizzar un impianto di 12 megawatt. “Sul punto – dice il sindaco – ci riserviamo di valutare il progetto definitivo quando lo stesso verrà trasmesso”. Aggiunge: “La valutazione finale sarà condotta insieme ai nostri agricoltori”.
- I pannelli dovranno occupare l’area dell’ex discarica comunale (che da sola potrebbe soddisfare il 20-35% della superficie necessaria).
- Il fabbisogno non soddisfatto dall’ex discarica dovrà comunque essere coperto da aree già compromesse e di scarso pregio. In proposito, il Comune avrebbe già individuato una porzione di terreno non ricompresa nell’areale di indagine ma che potrebbe soddisfare da sola circa fino al 35-40% della superficie necessaria.
- Il parco energetico dovrà in ogni caso essere del tipo agrifotovoltaico, che combina la coltivazione di terreni agricoli con la produzione di energia rinnovabile. La tipologia costruttiva dovrà permettere potenzialmente il pascolo del bestiame e la coltivazione delle medesime colture agricole oggi lavorate, attraverso l’installazione di celle fotovoltaiche che ruotano a una distanza tra le aste di circa dieci metri, per permettere il passaggio di mezzi agricoli.
- Una volta realizzato l’impianto, va garantita la priorità dello sfruttamento dei terreni su cui sorgerà l’agrifotovoltaico alle aziende agricole locali (con priorità ai coltivatori attuali).
- Verificate le condizioni tecniche, dovranno essere sfruttati prioritariamente i terreni di proprietà comunale non utilizzati adiacenti all’ecocentro a riduzione della superficie agricola ipotizzata (oltre ad altre aree PIP, il Comune dispone di circa 10-12.000 mq a valle della stazione ferroviaria.
- Un impegno formale da parte di RFI a non ampliare il parco fotovoltaico in futuro.
Qualora il progetto definitivo depositato non sia vantaggioso per la comunità, l’amministrazione comunale “si riserva di tutelare il territorio con interventi di natura urbanistica e ogni altro mezzo messo a disposizione dall’ordinamento giuridico”, conclude il sindaco, pur ribadendo la piena collaborazione mostrata all’incontro tra i due enti.
Su richiesta del sindaco Napoletano, la questione verrà posta all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte su interessamento del presidente Davide Nicco.
Intanto, sindaco e assessori studieranno le compensazioni ambientali di cui potrà beneficiare il territorio.
Anche RFI commenta positivamente l’incontro con sopralluogo: “Si è svolto – spiega in un comunicato – in un clima di piena collaborazione istituzionale e ha permesso di verificare sul campo le caratteristiche dell’area, anche alla luce delle osservazioni formulate dall’amministrazione locale”.
L’impianto si estenderà su una superficie che “verrà individuata all’interno della più ampia zona oggetto delle ricognizioni tecniche preliminari. Ricognizioni svolte proprio per selezionare le aree di minor pregio e quelle abbandonate, anche tenendo conto delle indicazioni del Comune di Trofarello, con cui il confronto proseguirà nei prossimi mesi in spirito collaborativo, di trasparenza e attenzione al territorio”.