MONCALIERI – 15enne bullizzato: arrestati i coetanei accusati di averlo segregato. Un testimone li incastra
Dopo alcuni giorni di latenza torna prepotentemente, nonché con una svolta a dir poco clamorosa, il caso del giovane moncalierese vittima di violenze durante la notte di Halloween. Parliamo quindi del quindicenne che sarebbe stato sequestrato dagli amici coetanei e sottoposto ad atti di bullismo, degenerati in sevizie secondo i magistrati. Ebbene, i due bulli sono stati arrestati. Il Maria Grazia Devietti Goggia, del tribunale per i minorenni di Torino, ha infatti disposto il collocamento in comunità per i due ragazzi di 14 e 15 anni, che sono stati fermati dai carabinieri di Moncalieri a seguito di un netto peggioramento della loro situazione giudiziaria. Nell’ordinanza gli vengono contestati, a vario titolo, i reati di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e violenza privata. La misura accoglie appieno la richiesta della procura minorile e ovviamente mira ad interrompere qualsiasi rischio di reiterazione, pur restando in un quadro che non si sposta dalla fase istruttoria e con la presunzione d’innocenza per gli indagati. Al momento, in base agli elementi in possesso degli investigatori, la sera dello scorso Halloween un quindicenne sarebbe stato invitato da un ex compagno di scuola a unirsi a una festa in un appartamento, a Torino. Una volta sul posto però il giovanissimo sarebbe stato privato del telefono e trattenuto per ore. Il ragazzino moncalierese raccontò di essere stato costretto a subire abusi e umiliazioni, tra cui la rasatura dei capelli e ferite al volto, e di essere stato spinto a lanciarsi in un fiume. Va inoltre specificato che per i magistrati il ragazzino presenterebbe alcune difficoltà a livello cognitivo, una circostanza che manco a dirlo potrebbe aggravare il quadro accusatorio mosso nei confronti dei due presunti bulli. C’è poi la questione del video: nel corso dell’aggressione gli indagati avrebbero ripreso con un cellulare parte delle violenze. Quel filmato, secondo la procura, sarebbe stato poi cancellato dagli stessi ragazzi dopo che la madre della vittima aveva denunciato pubblicamente quanto era accaduto su Facebook. Però c’è un testimone, la cui comparsa è stata determinante a convincere gli inquirenti per la custodia cautelare. Un testimone che sostiene di aver visto il video integralmente, riferendone agli investigatori ogni singolo dettaglio.











